Confronto tra psicofarmaci e cannabis terapeutica per l’uomo e la natura

Come ben noto, gli psicofarmaci sono farmaci particolarmente invadenti, che possono dare vita a moltissimi effetti collaterali. È quindi fondamentale andare alla ricerca di possibili sostituti, in grado di controllare le crisi, ma senza creare problemi aggiuntivi. La Cannabis Terapeutica sembra essere una buona soluzione, in particolar modo grazie al suo agente non psicoattivo CBD.

Cannabis Terapeutica: differenze fra THC e CBD

La Cannabis presenta due agenti importanti: il psicoattivo THC ed il non psicoattivo CBD. Hanno funzioni diverse e producono reazioni differenti all’interno dell’organismo umano. La prima differenza è molto semplice: il THC in alte dosi altera la mente, mentre il CBD non presenta questa funzione. Si differenziano poi per la loro utilità a livello medico, l’agente THC è ottimo per il trattamento del dolore e delle malattie neurodegenerative, l’agente CBD presenta proprietà antispasmodiche e calmanti, diventando di fatto un’interessante alternativa ai farmaci sintetici ed agli antidepressivi. Sono tuttavia molto recenti gli studi che si occupano dell’utilizzo della Cannabis Terapeutica anche in ambito psichico, di conseguenza è ancora un percorso lungo, ma la strada sembra ormai segnata e destinata ad essere percorsa.

Al contrario della maggior parte degli psicofarmaci, il CBD non crea dipendenza, dando il totale controllo al paziente, che non è indotto al consumo dal farmaco stesso. Un aspetto spesso sottovalutato, che tuttavia risulta fondamentale in particolar modo nel trattamento di malattie che già vanno a colpire la nostra mente. Meno un farmaco influisce sulla nostra vita più possiamo essere consapevoli della sua utilità.

Il Sistema Endocannabinoide ed il rapporto fra cannabis ed uomo

È nel 1990 che Lisa A. Matsuda, appartenente ad un gruppo di ricercatori del National Institute of Mental Healt, annuncia una scoperto molto particolare: una rete di ricettori attivati dai cannabinoidi. Questa scoperta è stata effettuata grazie ad uno studio che stava cercando di spiegare come il THC interagisce con il nostro organismo. Ma perché questo sistema esiste ed a cosa serve? Ebbene, il nostro organismo produce delle molecole di segnalazione, gli endocannabinoidi, che si legano a questo particolare sistema, che reagisce a sua volta anche in presenza di THC. Esistono due tipologie di recettore, i CB1 ed i CB2, che si legano ad uno specifico endocannabinoidi. Questi recettori sono presenti in diverse parti del corpo. Il sistema endocannabinoide è presente in diverse specie, dai mammiferi ai rettili, non escludendo gli invertebrati.

Questo complesso sistema è fondamentale per la comunicazione fra le cellule. Esso viene infatti utilizzato per comunicare all’interno dell’organismo le variazioni delle condizioni esterne, così da poter attivare i recettori necessari in una determinata situazione. Grazie al sistema endocannabinoide vengono regolati un numero elevato di processi fisiologici, la loro posizione indica anche il loro ruolo, questo sistema interagisce infatti con la memoria, la cognizione, il movimento, l’appetito, le emozioni e il dolore. La sua presenza è fondamentale per il buon funzionamento del nostro organismo.

Uomo e Natura, un rapporto simbiotico

Ora che conosciamo il sistema endocannabinoide sappiamo perché il nostro corpo reagisce così bene a THC e CBD. I due agenti della cannabis, infatti, sono “gemelli diversi” delle molecole di segnalazione che attivano il sistema endocannabinoide. Scoperto questo, possiamo comprendere anche perché la cannabis risulta essere un componente sicuro ed ideale per il nostro organismo. Non sappiamo se sia nato prima il sistema endocannabinoide o la cannabis, ma sappiamo che in un qualche modo la convivenza fra natura e uomo è indispensabile.

Il THC, in particolare, si adatta alla perfezione alle strutture del sistema endocannabinoide dell’organismo umano. Il THC, secondo i più recenti studi del governo statunitense, viene scomposto durante il primo o il secondo passaggio attraverso il fegato, mentre i restanti metaboliti del THC si accumulano nei depositi di grasso, per essere utilizzati dall’organismo in un successivo momento. Molte altre sostanze vengono lavorate dal nostro organismo allo stesso identico modo, sintomo che il THC non è un nemico del nostro organismo. Anzi, può essere un grande alleato se utilizzato nei modi e nei momenti corretti.

Gli psicofarmaci: un affare di 500 Miliardi di dollari l’anno

Una sostanza chimica, perché possa influenza l’attività cerebrale, deve essere in grado di agganciarsi a degli speciali recettori. Tuttavia, si tratta di sostanze, quelle chimiche, che si agganciano solamente in una certa misura, non essendo del tutto identiche alle sostanza naturali che normalmente si attaccano a questi recettori. Per esempio, le morfine si agganciano ai recettori delle beta-endorfine, mentre le anfetamine a quelle delle dopamine, tuttavia, questi farmaci nello specifico pongono in serio pericolo l’equilibrio dei liquidi del nostro sistema nervoso. Sono infatti “adattamenti forzati”, che portano il nostro organismo a venire ingannato da queste sostanze.

Al contrario, non sono riconosciuti effetti collaterali per l’utilizzo della cannabis terapeutica, anche in caso di di malattie psichiatriche. I farmaci psichiatrici, invece, possono colpire il sistema nervoso, portando a spasmi debilitanti a viso e corpo. Sebbene i pazienti non vengano sempre avvertiti di questi effetti collaterali, gli psichiatri ne sono totalmente consapevoli. I preparati farmaceutici riducono gravemente la qualità della vita delle persone colpite e alcuni addirittura spingono al suicidio.

Sono diversi gli studi che pongono la cannabis come possibile sostituto degli antipsicotici. L’agente CBD è stato messo a diretto confronto contro gli antipsicotici e sembra avere un effetto similare, se non migliore, in alcuni casi. La Cannabis Terapeutica sembra quindi una grandissimi alleata contro la schizofrenia. L’assenza di effetti collaterali e la sua perfetta compatibilità con l’organismo umano sembrano alla base di una nuova medicina.

Cannabis e Psicofarmaci, la medicina natura al centro degli studi

Agli occhi di ciò risulta fondamentale non solo continuare gli studi riguardanti l’utilizzo della Cannabis Terapeutica all’interno delle terapie contro le malattie psichiatriche, ma risulta anche fondamentale continuare la divulgazione di queste notizie, per eliminare per sempre i preconcetti contro la Cannabis, che la vedono spesso come “nemica dell’uomo”. Al contrario, la Cannabis può essere un’importantissima alleata. Ce lo dice il nostro organismo, è il momento di ascoltarlo.

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